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TEATRO RAGAZZI


LE AVVENTURE DI ZIO COLOMBINO


di e con
Filippo Arcelloni


"Ognuno di noi ha uno zio. Io ho uno zio strano, si chiama Zio Colombino, si avete capito benissimo Colombino. Mio Zio ama indossare, un cappello di paglia, un lungo cappotto bianco e porta con sé un bastone. Ma la cosa più strana è che lui ogni mattina parte per un lungo viaggio.”

Inizia così lo spettacolo “Le avventure dei Zio Colombino”, una narrazione con animazione di oggetti che portano lo spettatore nelle strane e mirabolanti avventure di Zio Colombino..

 


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Tutto inizia e finisce nei sogni di uno stanco papà che passa la notte seduto vicino alle culle dei due figli: Bimba e Bimbo. I sogni sono la porta dei ricordi e delle notti passate con i nonni ad ascoltare i viaggi e le avventure di Zio Colombino.

Ogni mattina Zio Colombino si sveglia, si alza, si veste e parte per un nuovo viaggio, attraversa boschi, fiumi, deserti, luoghi dove incontra personaggi strani e fantastici, come il gufo che gli insegna i nomi degli animali del bosco. Quando, verso la fine del racconto, si trova perso e solo ed allora chiama il suo migliore amico il Gabbiano Giovanni che arrivando in volo lo salva lo riporta a casa.

"Le avventure di Zio Colombino”, è un racconto, buffo, ingenuo e magico, a volte fin commuovente.

Chi è Zio Colombino?

Zio Colombino, è una statuetta in terracotta alta circa 10 cm colorata di bianco con alcune macchie rosse e verdi, la sua figura rappresenta un uomo con un cappello, un cappotto, ed un bastone, nella realtà quotidiana è un “payes” (contadino in lingua catalana) facente parte di una più ampia collezione di statuette in terracotta denominate “surells” tipiche delle isole Baleari in Spagna. La sua origine è lontana sia geograficamente, isole Baleari, che storicamente, alla base di ogni “surell” troviamo fissato un piccolo fischietto in terracotta, lo stesso tipo di fischietto usato dai marinai fenici per mandare segnali da imbarcazione a imbarcazione.


La storia di Zio Colombino
Zio Colombino è anche un personaggio che da più di 10 anni intrattiene i bambini dei nidi e delle scuole materne di Piacenza e provincia, con i suoi viaggi e i suoi racconti di avventura.


Tecnica Narrazione
L’atto narrativo, il liberare parole, è una azione che non inizia e finisce nella parola che viene emessa, è un gesto che inizia nella mente del narratore sottoforma di immagine che si trasforma in parola, voce, movimento nel momento del racconto per ritornare immagine nella mente dell’ascoltatore; il narratore provoca l’ascoltare, l’immaginare.

Un’azione immateriale (la fantasia del racconto) diventa azione materiale (il momento del racconto) per ritornare azione immateriale (l’ascolto che genera immagini), da una mente all’altra senza lasciare tracce. Narrare più storie diventa per il bambino che ascolta la possibilità di inventarsi più personaggi, più scenari, unici solo a se stesso, ma anche attraversare e convivere più emozioni assieme al gruppo attorno a lui. L’abitudine ad ascoltare crea una abitudine parallela, a fantasticare e inventare.

   
  Genere: teatro di narrazione

Pubblico: fascia di età 4 - 8 anni

Durata: 50 minuti circa
   
 
 
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